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Covid, variante Kraken: cosa sappiamo

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Nelle ultime settimane si è registrato un crescente interesse, in tv e su tutte le testate giornalistiche, per una variante Covid in particolare, soprannominata “Kraken” (XBB.1.5). Vediamo quali sono le sue caratteristiche e perché sta destando tanto interesse negli esperti del settore.

Variante Kraken, o meglio, sotto-variante XBB.1.5

Come da titolo, siamo di fronte ad una mutazione della sotto-variante Gryphon (a sua volta sotto-variante di Omicron). Si caratterizza per una contagiosità particolarmente elevata, motivo per cui è tra le varianti tenute sotto stretta sorveglianza dall’OMS che tuttavia rassicura: “non esiste indicazione di una maggiore gravità associata a queste varianti sotto monitoraggio rispetto alle prime Omicron“.

Kraken, “Originariamente rilevata nell’ottobre 2022, è in aumento negli Stati Uniti e in Europa ed è stata identificata ora in più di 25 paesi” come afferma il Direttore Generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Quali sono i sintomi di Kraken?

Dai primi studi effettuati non emergerebbero sintomi differenti rispetto alle precedenti varianti di Omicron, ossia:

  • raffreddore
  • mal di gola
  • dolori muscolari
  • dolori articolari
  • stanchezza
  • tosse

Tali sintomi, sebbene non siano diversi dalle precedenti varianti Covid, hanno molti tratti in comune con i sintomi dell’influenza, detta Australiana, attualmente in circolazione nel nostro Paese (per maggiori dettagli sull’influenza Australiana e sulle differenze e tratti in comune con il Covid, potete visitare la nostra pagina al seguente link: https://www.prenotazionevaccino.it/influenza-e-covid-come-distinguerli/).

Kraken è più contagiosa delle precedenti varianti di Omicron?

Come spiega Fabrizio Pregliasco (virologo dell’università Statale di Milano) all’agenzia Dire: “Sostanzialmente, almeno dai dati che vengono riportati, le mutazioni della variante Kraken facilitano l’immunoevasione, quindi schivano le difese immunitarie pregresse, e hanno una maggiore contagiosità. Elementi che facilitano la sopravvivenza del virus, che deve in qualche modo continuare la sua sporca opera“.

E prosegue: “Si tratta di una evoluzione che non sembra essere più cattiva dal punto di vista clinico e degli effetti di malattia. La variante Kraken mantiene infatti una sua non gravità nella scia dell’Omicron, considerando che tutta la famiglia Omicron è più benevola rispetto alla famiglia Delta o alle precedenti“.

Kraken diventerà dominante in Europa?

Come spiega l’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), è verosimile “un effetto crescente sul numero di casi di Covid nell’UE/SEE, ma non entro il prossimo mese, poiché la variante è attualmente presente solo a livelli molto bassi“.

Discorso diverso per gli Stati Uniti, dove la variante è già molto diffusa. Nonostante questo, ciò non significa che lo stesso livello di diffusione venga raggiunto anche da noi, come spiegato dagli esperti dell’ECDC e riportato dal Corriere della Sera: “La rapida crescita negli Usa non significa necessariamente che la variante diventerà dominante da noi, poiché durante la pandemia sono state osservate più volte importanti differenze nella circolazione delle varianti tra il Nord America e l’Europa. Inoltre al momento non sono disponibili informazioni sufficienti per valutare qualsiasi cambiamento nella gravità dell’infezione associata alla variante».

Tuttavia non è una possibilità da escludersi a priori che Kraken possa diventare dominante anche in Europa nei prossimi mesi, sebbene questo rischio resti appunto moderato, come afferma Andrea Ammon, direttore dell’ECDC.

A tal proposito lo stesso ECDC consiglia l’adesione alla vaccinazione COVID-19, restare a casa e prediligere il telelavoro in caso di malattia, favorire una buona ventilazione degli spazi interni ed adottare uso appropriato di mascherine facciali nei luoghi chiusi. Maggiori dettagli sono disponibili a questa pagina.

Quali rischi per l’Italia?

Per quanto riguarda, nello specifico, il nostro Paese, “in Italia la situazione Covid non desta particolari preoccupazioni, con gli indicatori ospedalieri stabili o in calo“, come riporta l’Adnkronos in riferimento ad una lettera all’editore del ‘Journal of Medical Virology‘ firmata da Antonello Maurotti, ordinario di Statistica dell’Università Lumsa, Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus BioMedico di Roma, Francesco Branda del Dipartimento di Ingegneria informatica, Modellistica elettronica e Sistemistica dell’Università della Calabria e Fabio Scarpa del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Sassari.

Tuttavia, nella lettera citata si legge: “…per evitare nuove fiammate improvvise e inaspettate con conseguenze sconosciute è essenziale avere dati attendibili e tempestivi anche dalla Cina sulle mutazioni del virus e sulla prevalenza delle singole varianti. Questo per poter avere previsioni realistiche sull’evoluzione a breve termine dell’epidemia, così da non dover inseguire Sars-CoV-2 come è successo in passato. La Cina continua a fare paura, ma ora abbiamo gli strumenti per anticipare, monitorare e gestire la pandemia“.

I vaccini in circolazione proteggono anche dalla variante Kraken?

Come afferma al Sole 24 ore Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico di Roma “I vaccini funzionano contro tutte le sottovarianti di Omicron, perché non dovrebbero funzionare anche contro queste? Il vaccino funziona stimolando gli anticorpi e cioè le cellule neutralizzanti, perché Kraken dovrebbe bucare il vaccino se le mutazioni non interessano questa risposta visto che molto difficilmente viene cambiato questo aggancio anticorpale?” In ogni caso stiamo studiando e credo che tra 7-10 giorni avremo dati più certi su l’immunoevasività, la capacità cioè di aggirare i vaccini, e sulla contagiosità, ma io sinceramente non mi aspetto niente di diverso rispetto alle altre sotto varianti di Omicron. Il virus con Omicron ha raggiunto la sua condizione ottimale: contagia tanto ed è molto meno letale, quello che deve fare un virus che vuole crescere”.

Lo stesso Professor Ciccozzi sottolinea, inoltre, come siano già in fase di elaborazione nuove versioni di vaccini polivalenti che offriranno protezioni ancora più ampie».

 

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© Riproduzione riservata

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