Nelle ultime settimane ci stiamo confrontando sempre più frequentemente con la mancanza di alcuni medicinali nelle nostre farmacie. A chi non è capitato di sentirsi rispondere, dal proprio farmacista di fiducia, che il medicinale che abbiamo sempre acquistato non è più disponibile?
Vediamo quali sono le ragioni che hanno portato a questa situazione, quali sono i farmaci che maggiormente scarseggiano e, soprattutto, se si può parlare di un allarme reale.
Le dichiarazioni dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco)
Secondo quanto dichiarato da Giorgio Palù (Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco) ai microfoni di Sky TG24: “La carenza è un dato oggettivo, ma l’Italia è un passo avanti rispetto agli altri. Non esiste alcun allarme reale, anche perché c’è copertura fornita da medicinali equivalenti. Occorre comunque migliorare la comunicazione tra medici e farmacisti“.
L’AIFA ha istituito una pagina costantemente aggiornata dove è possibile trovare la lista dei farmaci carenti (al link farmaci attualmente carenti) che al momento conta un totale di 3.197 farmaci non disponibili. Tra questi, “1.700 sono stati ritirati dal mercato dalle compagnie farmaceutiche. La situazione deve essere monitorata soprattutto perché non è prevedibile per quanto durerà questa emergenza“.
Ma a tal proposito Palù specifica: “La maggior parte sono farmaci di cui non c’è più una produzione o non sono più in commercio ma per quasi tutti esiste un equivalente o un’alternativa terapeutica. Del totale, sono 300 quelli un po’ mancanti perché sono farmaci di importazione, ma solo 30 di questi sono veramente essenziali perché non trovano un corrispettivo prodotto da un’industria italiana“.
Tra i farmaci mancanti troviamo antipiretici, antinfiammatori, vari tipi di antibiotici, cortisonici utilizzati per l’aerosol, prodotti per la tosse, antipertensivi ed antiepilettici.
Perchè c’è carenza di farmaci?
Le motivazioni che hanno portato a questa situazione sono principalmente le seguenti, vediamole nel dettaglio:
- aumento dei contagi Covid in Cina: con l’isolamento, dovuto al contagio da Covid, di molti lavoratori operanti nel comparto farmaceutico, si è assistito all’isolamento dei suddetti lavoratori con una conseguente riduzione della produzione, dove la Cina è uno dei maggiori produttori di principi attivi alla base della composizione di molti farmaci da noi maggiormente utilizzati;
- la guerra in Ucraina, la quale ha determinato un aumento dei costi dell’energia necessaria ad alimentare le industrie farmaceutiche;
- carenza di materie prime necessarie per la realizzazione dei packaging (vetro, fiale boccette ecc…);
- carenza di farmaci utilizzati nella cura del Covid, frequentemente utilizzati anche nella cura di influenza e malanni di stagione.
Una tempesta perfetta
Anche Andrea Mandelli, Presidente della Federazione Farmacisti Italiani, fa sentire la propria voce e dichiara quanto segue ai microfoni di Sky TG24: “È in atto una tempesta perfetta” ma in questa difficile situazione è importante ricordare come “I farmacisti restano un punto di riferimento insostituibile per informare e orientare i pazienti, anche suggerendo l’utilizzo di farmaci equivalenti e alternative della stessa classe terapeutica e, laddove possibile, allestendo i medicinali nei laboratori galenici di cui molte farmacie sono dotate” Mandelli conclude: “Si tratta di una questione complessa che riguarda da vicino la salute delle persone e per questo va affrontata al più presto e secondo una visione di sistema, tenendo conto dell’attuale contesto economico ed energetico che incide sui costi di produzione e distribuzione dei farmaci, beni per i quali non sono possibili fluttuazioni del prezzo che è deciso dallo Stato” .
Tra panico ed incetta di farmaci
Non è da escludere, tuttavia, che a complicare ulteriormente la situazione, concorrano il problema dell’accaparramento di farmaci anche laddove non sia necessario, nonché il problema della speculazione.
Come afferma il Segretario Nazionale di Federfarma Roberto Tobia, “ll Covid e l’influenza prevedono la stessa terapia e questo desta preoccupazione da parte dei cittadini che vogliono farsi trovare pronti: un’ansia terapeutica che spinge a voler riempire l’armadietto di casa“.
Andrea Mandelli aggiunge inoltre che bisogna rendere ben chiaro “agli italiani che bisogna fidarsi del farmacista, che saprà dare alternative adatte al farmaco mancante. E soprattutto bisogna evitare di fare scorte accaparrando farmaci da tenere in casa, togliendoli così a chi in questo momento ne ha bisogno. Serve una collaborazione virtuosa“.
Aperto un tavolo di confronto
In ragione dell’attuale situazione, il Ministero della Salute ha istituito un Tavolo di lavoro in materia di approvvigionamento dei farmaci. Mercoledì 18 gennaio si terrà il primo incontro operativo. A tal proposito, il Presidente di Farmindustria Marcello Cattani afferma come “le Aziende Farmaceutiche stanno facendo ogni sforzo per garantire continuità di produzione e distribuzione dei farmaci, cercando di reperire principi attivi e materie prime su altri mercati, oltre a quelli in genere utilizzati. Ma è importante aumentare l’autonomia dell’Italia nella produzione di principi attivi e packaging, che vedono in questo periodo una fortissima competizione a livello globale. Quello di oggi è stato un momento di confronto positivo tra i diversi stakeholder, da cui sono emerse situazioni da monitorare, ma non bisogna fare allarmismo. C’è stato negli ultimi mesi un trend in aumento della discontinuità di approvvigionamento con situazioni a macchia di leopardo. Ma dei 3000 farmaci mancanti, 1500 sono sostituibili e le carenze sono concentrate in alcune aree, ad esempio antidepressivi, antinfiammatori, antibiotici, neurolettici, diuretici“.
Concludendo, l’invito è evitare allarmismi ed assalti alle farmacie allo scopo di fare scorte di farmaci quando non vi sia necessità, affidarsi al proprio farmacista di fiducia che saprà consigliare un farmaco equivalente (laddove l’originale dovesse essere mancante) oppure provvedere a preparazioni galeniche, in attesa che la situazione possa migliorare fino a risolversi definitivamente quanto prima.
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