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Super Green Pass obbligatorio sul lavoro per over 50

Dal 15 febbraio scatta il super green pass obbligatorio sul lavoro per tutti gli over 50, ottenuto con vaccinazione o guarigione. Tutto sulle sanzioni e sul comportamento del datore di lavoro.

L’aumento esponenziale dei contagi nelle settimane scorse, causato dalla variante OMICRON, ha portato il Governo, con Decreto Legge del 7 Gennaio 2022, a rivedere ancora una volta le regole in materia di obblighi e restrizioni nei luoghi di lavoro per i non vaccinati o per chi non ha effettuato la terza dose.

15 febbraio 2022, una data cruciale per i lavoratori over 50

Un’ulteriore stretta arriverà dal 15 febbraio quando tutti i lavoratori over 50 pubblici e privati, già colpiti dall’obbligo vaccinale in vigore da domani 1 febbraio, si vedranno obbligati anche ad esibire il Green Pass rafforzato o Super Green Pass (ottenuto con la vaccinazione o con la  guarigione) nei luoghi di lavoro.

Già dallo scorso anno quello del lavoro è stato il settore più colpito, infatti con un susseguirsi di Decreti il Governo aveva già introdotto l’obbligo del Green Pass Base (che si ottiene anche con il risultato negativo di un tampone molecolare o antigenico rapido) per diverse categorie:

  • medici e infermieri (1 aprile 2021);
  • personale di scuole e università (1 settembre 2021);
  • lavoratori di mense e pulizie scolastiche (11 settembre 2021);
  • addetti delle RSA (10 ottobre 2021);
  • tutti i lavoratori pubblici e privati (15 ottobre 2021).

Ma vediamo di capire meglio cosa cambia dal 15 febbraio rispondendo ad alcune domande.

Lavoratori over 50 senza Super Green Pass, quali sono le conseguenze sul lavoro?

Come già detto dal 15 febbraio tutti i lavoratori, pubblici e privati, che abbiano compiuto 50 anni dovranno esibire la certificazione verde rafforzata nei luoghi di lavoro. Tutti coloro che ne saranno sprovvisti verranno considerati “assenti ingiustificati” con la sospensione dal lavoro e senza retribuzione (dal primo giorno di assenza ingiustificata) ma senza conseguenza disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro fino alla presentazione del Super Green Pass.

Fino a quando è previsto l’obbligo del Super Green Pass per lavorare?

Il Decreto Legge prevede l’obbligo, per i lavoratori over 50, di presentare il Super Green Pass nei luoghi di lavoro fino al 15 Giugno 2022.

Quali sono le sanzioni previste per i lavoratori over 50 sprovvisti di Certificazione verde rafforzata?

Ai dipendenti che accederanno nelle aziende senza Green Pass Rafforzato verrà applicata una sanzione amministrativa da Euro 600,00 ad  Euro 1.500,00 (fermo restando le conseguenze in ambito lavorativo).

Leggi maggiori dettagli sulla sanzione nel nostro articolo Obbligo vaccinale: multa a chi non si vaccina – Prenotazione vaccino

Come funziona per chi lavora in smart working?

Quando un lavoratore svolge la sua attività in smart working non è obbligatorio controllare il suo Green Pass in quanto l’obbligo è previsto solo nel caso di accesso in azienda. Rimane inteso che tutte le categorie sottoposte a obbligo devono comunque vaccinarsi.

Cosa fare se un lavoratore non può sottoporsi alla vaccinazione per comprovati motivi di salute?

Per coloro che si trovano in una situazione di accertato pericolo per la salute o che abbiano specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di base o dal medico vaccinatore è prevista l’esenzione dalla vaccinazione. In questo caso il datore di lavoro non potrà sospendere il lavoratore ma dovrà assegnargli mansioni diverse (anche smart working) senza decurtazione della retribuzione.

Il datore di lavoro invece come deve comportarsi?

Il datore di lavoro è soggetto all’obbligo di controllare che tutti coloro che abbiano compiuto 50 anni ed entrano in luogo di lavoro per motivi professionali, compresi collaboratori esterni o dipendenti di ditte che effettuano manutenzione, siano in possesso del Super Green Pass.

Cosa deve fare il datore di lavoro se un dipendente entra in azienda con un Green Pass Rafforzato falso o senza?

In questo caso il datore di lavoro deve allontanare il dipendente inviando contestualmente una segnalazione alla Prefettura per l’applicazione della relativa sanzione amministrativa. L’azienda può inoltre attivare un procedimento disciplinare per il dipendente che ha adottato condotte contrarie alla legge.

Il datore di lavoro può delegare il controllo delle certificazioni ad altri?

Si, il datore di lavoro può delegare altre persone per il controllo dei Green Pass o Green Pass Rafforzati tramite delega scritta.

Si può sostituire un lavoratore senza Green Pass Rafforzato?

Per le sole aziende con meno di 15 dipendenti è prevista la possibilità di sostituire il lavoratore assente dopo 5 giorni di assenza ingiustificata. La durata della sostituzione, con regolare contratto, può essere di massimo 20 giorni lavorativi da suddividere in due blocchi da 10 giorni l’uno, da utilizzare fino al termine del 31 marzo 2022 (fine dello stato di emergenza).

I datori di lavoro rischiano delle sanzioni?

Anche per i datori di lavoro che vengano meno ai controlli delle certificazioni è prevista una sanzione amministrativa che va da Euro 400,00 a Euro 1.000,00.

Per ulteriori dettagli sull’obbligo vaccinale per gli over 50 vi invitiamo a leggere il nostro articolo   Obbligo vaccinale over 50 e terza dose: come funziona o a consultare il sito del Ministero della Salute  Covid-19, obbligo vaccinale dai 50 anni di età (salute.gov.it)

Green pass negozi: le nuove regole in vigore dal 1 febbraio 2022

Green pass sempre obbligatorio per fare shopping, con piccole eccezioni. E’ scattata una nuova stretta anti Covid che andrà ad interessare anche tutti i negozi ed attività commerciali.

Green pass negozi: fatta eccezione per attività legate all’acquisto di beni e servizi di prima necessità, almeno fino al 31 marzo 2022 occorrerà essere in possesso del green pass base per accedere a servizi ed attività commerciali che si svolgono al chiuso.

Il Dpcm del 24 gennaio 2022 entra nel dettaglio, specificando quali sono le attività per le quali non è richiesto il possesso del green pass stabilendo, per esclusione, quali sono invece le attività commerciali per cui è richiesto il green pass base (ottenuto con vaccinazione, guarigione o tampone rapido/molecolare).

Quali sono le attività a cui sarà possibile accedere senza green pass base?

Come specificato nel Dpcm, i servizi e le attività alle quali sarà possibile accedere senza green pass base rientrano nell’area delle “esigenze essenziali e primarie della persona” quali:

  • esigenze alimentari e di prima necessità esclusivamente nell’ambito di attività di vendita al dettaglio di:
    • prodotti alimentari e bevande (escluso il consumo sul posto);
    • prodotti surgelati;
    • animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati;
    • carburante;
    • articoli igienico-sanitari;
    • medicinali in esercizi specializzati;
    • articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati;
    • materiale per ottica;
    • combustibile per uso domestico e per riscaldamento;
  • esigenze di salute per le quali è sempre consentito l’accesso a strutture sanitarie, sociosanitarie e strutture veterinarie;
  • esigenze di sicurezza per le quali è consentito l’accesso agli uffici delle Forze di polizia e delle polizie locali per lo svolgimento di attività istituzionali indifferibili;
  • esigenze di giustizia per le quali è consentito l’accesso agli uffici giudiziari e agli uffici dei servizi sociosanitari per presentazione di denunce o di richieste di interventi giudiziari.

E’ importante sottolineare come, nei negozi ed attività per cui non sarà necessario il possesso del green pass, sarà possibile acquistare qualunque tipologia di merce, ovvero anche articoli non strettamente legati ad esigenze alimentari, di salute o di prima necessità. Questo punto è stato chiarito dal governo in modo esplicito, dopo le voci circolate sulla stampa che ipotizzavano delle limitazioni sulla tipologia di prodotti acquistabili al supermercato.

Quali sono i negozi per cui sarà necessario il possesso del green pass base?

Per esclusione, occorrerà essere titolari del green pass base per accedere a tutte le attività (al chiuso) non elencate nell’ultimo Dpcm, come ad esempio negozi di abbigliamento, tabaccherie, librerie, gioiellerie, negozi di articoli sportivi ecc.

Controlli e sanzioni

Piuttosto ambiguo il tema dei controlli, il quale però viene chiarito nelle FAQ pubblicate sul sito ufficiale del Governo Covid-19 Domande Frequenti

Riassumendo, in nessun caso saranno effettuati controlli a tappeto su tutti gli accessi alle attività, ma solamente controlli a campione, in particolare il decreto afferma che “i titolari degli esercizi commerciali di vendita di prodotti alimentari e bevande verificano che i soggetti privi di green pass base non consumino alimenti e bevande sul posto e non devono effettuare ulteriori controlli” mentre i responsabili degli uffici che soddisfano esigenze primarie ed essenziali (ad esempio caserme, tribunale ecc)  dovranno controllare anche a campione il possesso del green pass base per i soggetti che accedono per esigenze diverse da quelle previste nel dpcm.

Ad esempio è possibile accedere in questura senza green pass per sporgere una denuncia, mentre è necessario il green pass per effettuare richiesta di licenze o ottenere autorizzazioni di natura amministrativa).

Per quel che riguarda i titolari degli esercizi commerciali per cui sarà necessario il possesso del green pass base, questi “non devono effettuare necessariamente i controlli sul possesso del green pass base all’ingresso, ma possono svolgerli a campione successivamente all’ingresso della clientela nei locali“.

Piuttosto aspre le sanzioni previste per i trasgressori: saranno applicate multe dai 400 ai 1.000 euro per coloro i quali accederanno senza green pass base ad attività ed uffici per i quali è richiesto il certificato.

 

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Sanremo 2022 senza obbligo vaccinale

Rigidi protocolli anti-covid, ma sarà un Sanremo 2022 senza obbligo vaccinale per i cantanti e per il pubblico.

Il festival di Sanremo 2022 è tornato con il pubblico in presenza, dopo l’edizione eccezionale del 2021 per la prima volta nella storia del Festival, svolto senza pubblico in sala. La RAI ha definito dei rigidi protocolli anti COVID per garantire “la massima tutela di tutti i lavoratori, collaboratori, fornitori e artisti”.

Utilizzo della mascherina FFP2

Sarà obbligatorio l’uso della mascherina FFP2 per tutti gli spettatori, per i collaboratori ed anche per i cantanti, tranne quando sono in diretta o durante le prove. E’ consentito, per i cantanti, l’utilizzo della mascherina chirurgica per il solo tragitto dal camerino al palco per evitare di danneggiare il trucco.

Green pass e tamponi COVID per entrare al Festival di Sanremo

Per entrare nel teatro Ariston, che come ogni anno ospiterà il Festival, sarà necessario avere un green pass base valido ed un referto di tampone negativo (rapido o molecolare) effettuato entro le 48 prima dell’ingresso, dove sarà poi effettuato un ulteriore tampone, da ripetere al massimo entro 48 ore.

Accesso limitato durante le prove

Oltre al cantante, durante le prove sarà ammesso un solo discografico, un fonico ed un accompagnatore. L’obiettivo è quello di limitare al massimo il numero di persone per meglio arginare eventuali ripercussioni legate ad eventuali casi positivi, che determinerebbero limitazioni nello svolgimento della manifestazione

Il cantante dovrà entrare in teatro già truccato

Fra le curiosità del rigido protocollo messo a punto dalla RAI, c’è anche quella relativa al trucco. Per ridurre la permanenza dei cantanti, ed in generale, di personale all’interno del teatro, i cantanti dovranno entrare in teatro già truccati. Sarò possibile solo provvedere, nell’apposita Red Room, ad un ritocco del trucco e parrucco immediatamente prima di salire sul palco.

Sanremo 2022 senza obbligo vaccinale: accesso consentito anche ai non vaccinati

Ci potranno essere cantanti no-vax a Sanremo 2022, a seguito delle polemiche scaturite in questi giorni la RAI afferma che non può imporre obbligo vaccinale per il partecipanti alla manifestazione canora, perchè le leggi attuali non lo permettono. Rimane l’obbligo di green pass base, quindi ottenibile con tampone, e dei tamponi periodici, ma non ci sarà obbligo vaccinale.

Ovviamente in caso di eventuale positività, i non vaccinati avranno maggiori ripercussioni sul loro percorso al Festival poichè potrebbero essere costretti ad osservare un periodo di quarantena obbligatorio. Leggi tutti i dettagli sul nostro articolo Quarantena Covid: le nuove regole – Prenotazione vaccino

I no-vax potranno accedere anche in teatro come spettatori, così come negli altri teatri italiani, per l’ingresso è sufficiente un green pass base.

Amedeus positivo al Covid: chi lo sostuirebbe?

Nessuno è indispensabile, ma volendo trovare persone difficili da sostituire al Festival di Sanremo, al primo posto c’è il conduttore, Amedeus. Per questo motivo impazzano le indiscrezioni su chi potrà essere il sostituto o la sostituta, in caso di positività del conduttore e direttore artistico Amedeus. Il conduttore RAI ci scherza sopra ed afferma che non esiste un piano B in caso di sua positività.

 

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Tamponi covid: molecolari, antigenici rapidi e salivari. Dove farli, differenze ed attendibilità

La guida definitiva aggiornata a Febbraio 2022 per orientarsi nella giungla dei tamponi COVID-19. Cosa sono, come funzionano, dove e quando è consigliato farli.

Tamponi molecolari, antigenici rapidi, test salivari e test sierologici, dall’inizio sella pandemia, quindi da ormai quasi due anni, si sente parlare continuamente di tamponi e test. Ma sono tutti uguali? Che differenza c’è tra tutti questi tipi esami e come funzionano?

Analizziamoli insieme per capire quali siano più adatti alle diverse situazioni.

Tamponi molecolari, come funzionano?

Ad oggi il test molecolare su campione respiratorio nasofaringeo e orofaringeo è l’esame più accurato, in termini di sensibilità (capacitò di individuare soggetti ammalati) e specificità (capacità di individuare soggetti sani) e quindi attendibile, per la diagnosi del COVID-19.

Si basa sulla metodologia di real-time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction) che permette, attraverso l’amplificazione dei geni virali, di rilevare la presenza del virus nell’organismo.

A cosa serve il tampone molecolare?

Il tampone molecolare serve a verificare se c’è un’infezione in corso e quindi se siamo positivi al COVID-19 e di conseguenza contagiosi.

La sua precisione è molto alta, permette infatti di rilevare il virus in soggetti sintomatici ma anche in presenza di bassa carica virale, pre-sintomatici o asintomatici.

Quando è consigliato fare il test molecolare?

Per avere il risultato di un tampone molecolare occorrono ancora oggi 24/48 ore quindi il suo impiego non è adeguato per le attività di screening di massa (esami condotti a tappeto su una fascia di popolazione per individuare la presenza della malattia)  o contact tracing (tracciamento dei contatti di un caso confermato di COVID-19).

E’ indicato invece quando si ha un forte sospetto di infezione, va effettuato almeno 72 ore dopo il contatto a rischio, cioè quando è trascorso il tempo di incubazione, e se ci sono sintomi entro cinque giorni dalla loro insorgenza.

Il tampone molecolare è consigliato inoltre:

  • per confermare la positività di un tampone antigenico rapido;
  • in caso di contatto stretto (conviventi o congiunti) con un caso accertato;
  • prima di un ricovero programmato (nelle 72 ore precedenti).

Dove si effettuano i tamponi molecolari?

Questo tipo di esame si effettua presso le ASL, negli ospedali e presso i DRIVE-IN pubblici ma anche in strutture private con personale specializzato.

Tampone molecolare gratuito

Se prescritto dal medico di base il tampone molecolare è gratuito in diversi casi che saprà indicare il medico oppure si può effettuare anche privatamente, quindi a pagamento, in strutture pubbliche o private.

Tampone molecolare e green pass

Il tampone molecolare da diritto all’ottenimento del green pass base con durata di 72 ore. Leggi il nostro articolo con tutte le informazioni su green pass base e green pass rafforzato

Tamponi antigenici rapidi, come funzionano?

I test antigenici rapidi, detti anche genericamente tamponi rapidi, vengono eseguiti attraverso tampone nasale o oro-faringeo come nel test molecolare  a differenza dei quali però cercano l’antigene e per questo comunemente chiamati antigenici.

Nello specifico rilevano la presenza del virus attraverso la reazione tra le sue proteine o antigeni (Spike protein) presenti nel corpo della persona infettata e gli anticorpi presenti all’interno del test.

A cosa serve il tampone antigenico rapido?

I tamponi antigenici rapidi rispetto a quelli molecolari producono risultati molto più rapidamente (15/30 minuti) dunque sono ottimi strumenti per eseguire screening in ampie fasce di popolazione o per il tracciamento dei contatti di un caso positivo al COVID-19.

Pur essendo nati per non intasare i laboratori delle strutture ospedaliere agli inizi della pandemia, oggi i tamponi rapidi di ultima generazione mostrano risultati sempre più affidabili e al momento sono quelli più utilizzati, anche perché meno costosi, tanto che da circa un anno a questa parte sono stati ammessi, insieme ai test molecolari, per il conteggio dei positivi regionali e anche per le nuove regole su Green Pass e quarantena il Governo fa sempre più affidamento sugli esiti positivi o negativi dei tamponi antigenici rapidi.

Per sapere di più sulle regole aggiornate della quarantena leggi il nostro articolo “Quarantena-covid-nuove-regole oppure visita il sito del Governo Cosa sapere su quarantena, isolamento, tracciamento (salute.gov.it)

Quando è consigliato fare il tampone rapido?

Il tampone antigenico rapido ha lo scopo primario di intercettare nel più breve tempo possibile chi è contagioso ma non lo sa, per evitare l’ulteriore diffusione del coronavirus

Il tampone rapido va eseguito:

  • da 48-72 ore a cinque giorni nel caso di un presunto contatto a rischio (anche qualora si fosse asintomatici);
  • quando si hanno sintomi riconducibili al COVID-19;
  • in via preventiva, subito prima di un’occasione di ritrovo o un incontro con altre persone, soprattutto con soggetti fragili o immunodepressi quindi a rischio di sviluppare la malattia grave (basta pensare al boom di tamponi antigenici rapidi effettuati durante il periodo delle festività natalizie).
  • Quando è richiesto per viaggiare (su aerei, navi o treni “Covid free”) soprattutto quando non si è provvisti di Green pass (in alcuni casi è richiesto il test molecolare, in altri casi invece è richiesto solo un green pass valido, senza bisogno di mostrare l’esito di un tampone);
  • per l’ottenimento del green pass base (sono ritenuti validi 48 ore dal momento dell’esecuzione).
  • in caso di autosorveglianza o di quarantena per la riammissione a scuola (per la quale le nuove regole da parte del Governo sono attese però nei prossimi giorni).                  

Dove si effettuano i tamponi antigenici rapidi?

I test antigenici rapidi si possono effettuare in tutte le strutture pubbliche e private o presso i medici di base e nelle farmacie. In alcuni casi questi test vengono eseguiti anche in strutture mobili installate appositamente fuori dai porti e aeroporti, prima di salire su un treno “Covid free” oppure prima dell’imbarco su aerei e navi.

Test salivari, come funzionano?

Di recente sono stati immessi sul mercato anche test che utilizzano la saliva come campione da analizzare per la ricerca dell’infezione da COVID-19, molto meno fastidiosi ed invasivi rispetto a quelli naso oro-faringei soprattutto per i bambini.

Come per i tamponi anche i test salivari esistono di due tipi:

  1. test salivari di tipo antigenico rapido (cioè che rilevano le proteine virale o antigeni) ad oggi non raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei in quanto, sulla base degli studi effettuati, non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità ma è possibile ottenere l’esito in tempi estremamente rapidi (circa 15 minuti). Inoltre, i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19 (Green pass).
  2. test salivari molecolari (che rilevano la presenza dell’RNA del virus nel campione) hanno mostrato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93% per questo sono tra i test validi per l’ottenimento del Green Pass.

A cosa serve il test salivare?

Alcuni studi condotti in ambito scolastico, hanno riportato un’elevata concordanza tra i risultati ottenuti con i test salivari molecolari e quelli eseguiti con tampone molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo. Per questo motivo in alcuni casi i test molecolari su campione salivare, potranno essere considerati un’opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei per verificare se un soggetto è positivo al COVID-19.

Quando è consigliato fare il test salivare

Il test su campione salivare si è dimostrato più sensibile durante i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi e quando la carica virale è elevata.

Come detto in precedenza questi test sono meno invasivi dei tamponi naso oro-faringei, per tanto  potranno essere impiegati:

  • in soggetti (sintomatici o asintomatici) fragili con scarsa capacità di collaborazione (ad esempio anziani in RSA, disabili, persone con disturbi dello spettro autistico);
  • nell’ambito di attività di screening in bambini coinvolti nel Piano di Monitoraggio della circolazione del coronavirus in ambito scolastico;
  • per lo screening dei contatti di caso in bambini anche se la scuola non fa parte del Piano di Monitoraggio;
  • in operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo.

Dove si effettuano i test salivari?

Il test salivare antigenico rapido può effettuare anche in farmacia, mentre il molecolare, quello valido per il Green Pass, deve essere effettuato in laboratorio, quindi in strutture specializzate, ospedali o ASL.

Tamponi fai da te: quali tipi di tamponi o test si possono effettuare a casa?

Oggi sono disponibili presso farmacie o negozi anche tamponi nasali fai da te (eseguibili dal soggetto direttamente a casa) ma questi sono di prima e seconda generazione e hanno una ridotta sensibilità che può ridursi di più se il prelievo non è svolto da mano esperta. Se con il tampone nasale ci si ferma all’inizio del naso per esempio può esserci un ulteriore calo di attendibilità e ciò può falsare il risultato dal 10% al 90%. Lo stesso vale per i test salivari casalinghi, se il campione viene prelevato dopo aver mangiato o bevuto il test può risultare non valido o avere un risultato meno attendibile.

Test sierologici cosa sono e a cosa servono?

test sierologici rilevano l’esposizione al virus, quindi ci dicono se abbiamo avuto il virus e quando. Evidenziando la presenza degli anticorpi (detti anche immunoglobuline) cioè le armi di difesa che l’organismo produce contro il virus. La presenza di questi anticorpi ci indica se abbiamo avuto il virus e quando, anche se siamo stati asintomatici o se si è fatto il vaccino ci dice che effetto ha avuto sul nostro sistema immunitario.

I test sierologici però non sono in grado di confermare o meno un’infezione in atto, proprio per questo motivo ad oggi non possono sostituire i test diagnostici (molecolare o antigenico).
I test sierologici sono utili al contrario per una valutazione epidemiologica della circolazione virale, per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità. 

Come viene effettuato il test sierologico?

Il test avviene tramite un prelievo del sangue e cerca in particolare le immunoglobuline (anticorpi) IgG e IgM che danno due informazioni diverse:

  • Le IgM sono le prime a essere prodotte dall’organismo, in genere se ne trovano tracce già dopo 4-5 giorni dalla comparsa dei sintomi e tendono invece a scomparire dopo qualche settimana, indicano quindi se è in corso un’infezione da SARS-CoV-2 o se c’è stata un’ infezione recente.
  • Le IgG invece si formano generalmente due o tre settimane dopo il contatto con il virus e le loro tracce si possono trovare anche dopo diversi mesi quindi indicano se c’è stata infezione nel passato. Le IgG sono gli anticorpi associati con la memoria del sistema immunitario e vengono utilizzate dell’organismo quando il virus si ripresenta.

Quali tipi di test sierologici ci sono?

Per ridurre il numero di risultati falsi positivi dei test sierologici è raccomandato l’utilizzo di test con metodica Clia (chemiluminescenza) o Elisa (immunoenzimatica), che abbiano una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90%. Al di sotto di queste soglie, l’affidabilità del risultato che si ottiene non è adeguata alle finalità per cui i test vengono eseguiti.

I test sierologici possono essere di due tipi:

  • test quantitativo che fornisce indicazioni su quanti anticorpi abbiamo in circolo in preciso momento e sulla nostra probabile protezione dal virus.
  • test qualitativo rileva esclusivamente la presenza o l’assenza di anticorpi IgG e IgM, ma non da indicazione sulla quantità di anticorpi presenti.

Quando è consigliato fare il test sierologico?

Abbiamo già detto che i test sierologici non sono indicati per diagnosticare la presenza del virus e quindi non vanno effettuati se si vuole avere conferma di essere positivi o negativi al COVID-19.

È invece consigliato effettuarli:

  • prima del vaccino per verificare se abbiamo avuto il Covid e per sapere in che misura abbiamo sviluppato gli anticorpi;
  • dopo il vaccino (almeno 10 giorni dopo l’ultima dose ricevuta) è utile per verificare la risposta del sistema immunitario e per misurare quanti di anticorpi abbiamo sviluppato;
  • nei mesi successivi al vaccino per verificare la permanenza degli anticorpi nell’organismo e quindi il livello della probabile protezione dal virus.

Dove si effettua il test sierologico?

Il test sierologico viene eseguito nelle strutture pubbliche o convenzionate su indicazione e prescrizione medica, oppure privatamente nei laboratori analisi specializzati, senza richiesta del medico ma portando la tessera sanitaria.

Per maggiori informazioni e chiarimenti sui vari tipi di tamponi e test vi invitiamo a far riferimento alla pagina del Ministero della salute sotto la voce TEST DIAGNOSTICI del seguente link Cosa sapere su quarantena, isolamento, tracciamento (salute.gov.it)

 

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Green pass pensione: niente ritiro senza certificato verde dal 1 febbraio

Dal 1 Febbraio obbligatorio il green pass anche per ritirare la pensione agli uffici postali

Firmato il nuovo DPCM che introduce ulteriori regole sull’accesso ai luoghi pubblici ed in particolare alle attività di base, inclusi supermercati, servizi per la salute, giustizia e sicurezza. Obbligatorio il green pass per accedere alla Posta, anche per ritirare la pensione.

Leggi anche il nostro approfondimento Green Pass e Super Green Pass: differenze

Posso ritirare la pensione senza green pass?

Se la pensione viene ritirata agli uffici postali, per accedere servirà essere in possesso di green pass, quindi chi è sprovvisto non potrà ritirare personalmente la pensione. Invece non cambia nulla per chi accredita la pensione su conto corrente bancario o postale.

Quale green pass serve per ritirare la pensione?

E’ sufficiente avere un green pass base, quindi quello che si ottiene anche con il tampone. Tuttavia si ricorda che vige l’obbligo vaccinale per tutte persone con più di 50 anni, per chi non si vaccina rischia sanzioni

Leggi anche Obbligo vaccinale over 50 e terza dose: come funziona

Poste green pass da quando sarà obbligatorio?

L’uso del green pass per accedere agli uffici postali, anche per il ritiro della pensione, entrerà in vigore dal 1° febbraio, insieme ad altre disposizioni che il governo ha emanato con il DPCM del 21 gennaio 2022. Per parrucchieri ed estetisti, l’obbligo di accesso con green pass è invece già in vigore dal 20 gennaio

Leggi anche Green pass obbligatorio per parrucchieri e centri estetici (prenotazionevaccino.it)

Posso ritirare la pensione facendo il tampone?

Si, il tampone da diritto a ricevere il green pass base che è sufficiente per accedere agli uffici postali, ed è quindi possibile anche ritirare la pensione. Si ricorda che una volta effettuato un tampone occorre attendere la ricezione del green pass che sarà valido per le successive 48 ore in caso di tampone rapido e 72 ore in caso di tampone molecolare

Sono guarito da covid, posso ritirare la pensione?

L’aver contratto l’infezione Covid permette di ottenere il green pass, valido per 6 mesi dal momento del primo tampone positivo, quindi con tale green pass sarà possibile accedere agli uffici postali per ritirare la pensione.

Leggi anche Green pass dopo guarigione: come ottenerlo – Prenotazione vaccino

Pensione con accredito automatico: non ho il green pass ma ricevo la pensione in banca, cosa succede?

Non cambierà nulla, per chi ha l’accredito automatico della pensione in un conto corrente bancario o postale continuerà a ricevere l’accredito senza alcun problema. La limitazione è legata all’accesso all’ufficio postale, quindi è valido per le sole persone che ritirano personalmente ogni mese la pensione negli sportelli postali.

Negozi senza green pass: dove posso accedere senza certificato verde?

E’ possibile accedere ai servizi essenziali come negozi di generi alimentari, supermercati, discount, surgelati, farmacie, animali domestici, prodotti sanitari, ottici, carburanti. Nei supermercati sarà possibile acquistare tutte le tipologie di prodotti (quindi non solo generi alimentari. Inoltre senza green pass è possibile recarsi presso una caserma per una denuncia o in tribunale per un processo.

Leggi il nostro approfondimento Green Pass e Super Green Pass: differenze

Green pass tabaccai: obbligatorio il green pass

Fra le disposizioni più discusse c’è sicuramente quella sui tabaccai, considerate fra le attività essenziali nel primo lockdown sono rimaste sempre aperte al pari dei supermercati ed altri negozi di prima necessità. Con il DPCM del 21 gennaio, il governa impone l’obbligo di green pass anche per accedere in tabaccheria. Il decreto del presidente del consiglio dei ministri specifica che sarà obbigatorio verificare il green pass facendo dei controlli, anche a campione, per verificare che tutti i clienti siano dotati di certificazione verde.

Per ulteriori informazioni consulta il sito ufficiale della Certificazione verde Covid-19 www.dgc.gov.it

 

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Auto-sorveglianza e quarantena: cosa cambia

Cosa posso fare in auto-sorveglianza e quarantena. Quando si applicano, quali sono le differenze fra vaccinati e non vaccinati.

Sia l’auto sorveglianza che la quarantena preventiva sono due misure di prevenzione della diffusione del COVID-19 adottate dal governo in determinate situazioni.

Quarantena: cosa posso fare

C’è l’obbligo di rimanere nel proprio domicilio ed è possibile uscire di casa solo per oggettivi motivi di salute (ad esempio, per andare a fare il tampone). Non è possibile uscire quindi di casa, anche se asintomatici.

Che succede se non rispetto la quarantena?

La permanenza al proprio domicilio durante il periodo di quarantena è un obbligo di legge e come tale se non rispettato si rischiano sanzioni amministrative e penali.

Quarantena: quando si applica

La quarantena si applica a soggetti sani che sono venuti a stretto contatto con un positivo COVID-19. Con il recente Decreto, il governo ha indicato che, fra le persone venute a contatto con un positivo, hanno obbligo di quarantena solo le persone non vaccinate, oppure a soggetti che non hanno fatto la dose booster e sono vaccinate/guarite da oltre 4 mesi (120 giorni)

Leggi il nostro articolo con tutte le regole aggiornate sulla quarantena Covid Quarantena Covid: le nuove regole – Prenotazione vaccino

Quarantena: quanto dura

La quarantena a seguito di un contatto con un soggetto positivo, per i non vaccinati dura 10 giorni (dall’ultima esposizione) con obbligo di effettuare un tampone al decimo giorno. La durata è ridotta a 5 giorni per le persone vaccinate, ma che abbiano completato il ciclo vaccinale primario (prima e seconda dose) da più di 120 giorni e siano in possesso di green pass rafforzato.

Auto-sorveglianza: cosa posso fare

L’auto sorveglianza non determina l’auto isolamento, non è necessario restare a casa come invece avviene per la quarantena, sarà necessario indossare una mascherina FFP2 fino al decimo giorno successivo alla data del contatto con il positivo. Durante il periodo di auto sorveglianza è raccomandata una maggiore attenzione nell’intercettare per tempo eventuali sintomi, ma se asintomaci, indossando la mascherina FFP2 si può andare ovunque.

Auto-sorveglianza: quando si applica

Si applica per persone asintomatiche che a seguito di un contatto con un positivo rientrano in una della seguenti casistiche:

  • hanno ricevuto la dose booster
  • sono vaccinati con prima e seconda dose da meno di 120 giorni
  • sono guarite dal Covid da meno di 120 giorni

Inoltre, riguardo la scuola, è in fase di valutazione la possibilità di considerare in auto sorveglianza anche i ragazzi che a causa della presenza di positivi in classe, sono costretti alla didattica a distanza. La misura non è ancora stata adottata, quindi ad oggi i ragazzi in DAD sono da considerare in quarantena preventiva.

In tutti gli scenari, in caso di eventuale comparsa di sintomi, bisogna effettuare un tampone (rapido o molecolare) e se ancora sintomatici ripeterlo al quinto giorno dal contatto positivo.

Auto-sorveglianza e quarantena: cosa cambia in sintesi

La quarantena obbliga la permanenza nel proprio domicilio, a prescindere dalla presenza di eventuali sintomi, mentre con l’auto-sorveglianza, in assenza di sintomi non si hanno di fatto limitazioni particolari, se non quella di indossare la mascherina per i 10 giorni successivi al giorno del contatto con il soggetto positivo. Non è necessario effettuare alcun tampone (tranne nel caso in cui vengano riscontrati dei sintomi).

Consulta il sito web del Governo per ulteriori informazioni Cosa sapere su quarantena, isolamento, tracciamento (salute.gov.it)

 

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Open day donne in gravidanza nel Lazio il 2 febbraio: tutti i dettagli

La regione Lazio promuove la vaccinazione delle donne in gravidanza e in allattamento attraverso una serie di Open Day donne in gravidanza o allattamento a Roma e nel resto del territorio regionale. Ecco gli indirizzi e gli orari.

Le diverse ASL della regione Lazio hanno previsto una serie di Open Day su tutti il territorio, rivolti esclusivamente alle donne in gravidanza o in allattamento. Salvo indicazioni specifiche delle diverse ASL, l’accesso potrà avvenire senza prenotazione, presentandosi direttamente presso l’indirizzo nella fascia di orario indicata.

Leggi anche il nostro articolo Vaccino covid in gravidanza e allattamento

Riportiamo qui l’elenco completo con indicazione di indirizzo ed orario, consultabili anche sul sito della regione Lazio OPEN DAY DONNE IN GRAVIDANZA – 2 FEBBRAIO 2022 – Salute Lazio

Open day donne in gravidanza o allattamento a Roma

Roma 1

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria).
– Santa Maria della Pietà, dalle ore 8 alle ore 17
– Hub Acea, dalle ore 8 alle ore 13

Roma 2

Accesso previa prenotazione al numero telefonico 06.5100.2102,  
prenotavaccini@aslroma2.itostetriciaginecologia.ose@aslroma2.it
– Aula Magna Levi Montalcini dell’Ospedale Sant’Eugenio, dalle ore 9 alle ore 19

Roma 3

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria  e la prima ecografia per le donne in gravidanza dal 2 trimestre in poi)

  • Centro Vaccinale Ospedaliero del POU G.B. Grassi (piano terra ingresso principale) con i medici vaccinatori specialisti in ginecologia, dalle ore 9.30 alle 17.30

Roma 4

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria).

  • Civitavecchia: Ospedale San Paolo – tensostruttura,  dalle ore 9.00 alle ore 12.00
  • Cerveteri: Via Martiri delle Foibe,  dalle ore 14.00 alle ore 17.00
  • Bracciano: Largo dell’Ospedale Vecchio, dalle ore 14.00 alle ore 17.00
  • Campagnano di Roma: Via Adriano I, n° 8, dalle ore 9.00 alle ore 12.00

Roma 5

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria).

  • Centro Vaccinale di Tivoli, Palazzo Cianti (via Parrozzani), dalle 8.00 alle 12.30

Roma 6

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria).

  • Ospedale dei Castelli – Aula riunioni piano terra, dalle 8.00 alle 13.30 
  • Consultorio Familiare di Ariccia, Via delle Cerquette, 2 – Presidio L. Spolverini (II piano), dalle ore 8.30 alle ore 13.30

Open day donne in gravidanza o allattamento a FROSINONE

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria).

  • P.O. di Alatri, dalle 8:30 alle 15:30
  • P.O. Spaziani Frosinone (Sala Teatro), dalle 9 alle 19
  • P.O. Santissima Trinità Sora,  dalle 8:30 alle 16
  • Hub Stellantis, dalle 9 alle 19

Informazione e counselling nei reparti di Ostetricia e Ginecologia dei P.O. di Frosinone, Sora e Cassino e nei Consultori di tutta la ASL

Open day donne in gravidanza o allattamento a LATINA

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria).

  • Sede di Latina Ex Rossi Sud, dalle ore 08.00 alle 20.00
  • Sede di Formia Centro Commerciale Itaca, dalle ore 08.00 alle 20.00

Open day donne in gravidanza o allattamento a VITERBO

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria) esteso anche ai partner delle gestanti.
Consultori familiari di:

  •  Viterbo,  Via Enrico Fermi, 15 dalle ore 10 alle 17
  •  Tarquinia, Via Igea, 1 dalle ore 10 alle 17
  •  Civita Castellana, Via Francesco Petrarca, snc dalle ore 10 alle 17

Open day donne in gravidanza o allattamento a RIETI

Accesso libero senza prenotazione (presentarsi muniti di tessera sanitaria).

  • Consultorio – Blocco 5 – Via del Terminillo 42, dalle ore 14 alle ore 18.

 

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Vaccino covid in gravidanza e allattamento

E’ sicuro il vaccino covid in gravidanza? Cosa consiglia l’Organizzazione Mondiale delle Sanità? Quali vaccini, tempi ed allattamento: facciamo chiarezza

La gravidanza, il post parto e l’allattamento sono periodi molto particolari e delicati nella vita di una donna, durante i quali il pensiero costante è la protezione ed il benessere del bambino. In una situazione come quella che stiamo vivendo attualmente, a causa della pandemia, è ancora più difficile per una futura o neo mamma non avere dubbi e ansie legate alla paura di ammalarsi di COVID-19 e provocare danni al feto o contagiare il neonato.

Uno dei grandi interrogativi è anche quello legato alla vaccinazione e in questo articolo cercheremo di approfondire l’argomento sperando di chiarire alcuni di questo dubbi.

Specifichiamo in anticipo che tutte le donne in gravidanza o allattamento devono necessariamente consultare il proprio medico che è tenuto ad illustrate tutti i potenziali rischi e benefici della vaccinazione al fine di mettere ogni donna in condizione di fare la scelta più adeguata al proprio caso.

Vaccinazione in gravidanza: è sicura?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e le principali società scientifiche che si occupano della salute della donna in gravidanza consigliano fortemente la vaccinazione contro il COVID-19 in quanto, in questo periodo, il rischio di complicanze a causa del virus sono molto elevate ed il vaccino rappresenta il miglior modo per proteggere sia la donna che il bambino.

Il quale periodo della gravidanza ci si può vaccinare?

Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione anti COVID-19, in particolare con vaccini a mRNA Pfizer-BioNtech e Moderna, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre in linea con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità.

Anche se il vaccino è ritenuto sicuro in tutti i periodi della gravidanza, le conoscenze che si hanno ad oggi sulla vaccinazione durante il primo trimestre sono ancora poche, quindi una donna che voglia vaccinarsi in questo periodo deve valutare attentamente, insieme al proprio medico, tutti i rischi e i benefici.

Se ci si vaccina e si scopre poi di essere incinta ci sono dei rischi?

No, nel caso una donna scopra di essere in gravidanza solo dopo aver ricevuto il vaccino non ci sono indicazioni e ragioni per suggerire l’interruzione di gravidanza. Inoltre se si scopre di essere incinta tra la prima e la seconda dose di vaccino si può considerare, sempre consultando il medico, si ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.

Vaccinazione durante l’allattamento: è consigliata?

Anche la vaccinazione durante l’allattamento è fortemente consigliata, senza alcuna necessità di interrompere l’allattamento, in quanto il vaccino non espone il lattante ad alcun rischio e al contrario gli permette, attraverso il latte materno, di assumere gli anticorpi contro il COVID-19; il neonato allattato continuerà contestualmente a seguire il suo calendario vaccinale senza alcuna modifica.

Per maggiori chiarimenti vi consigliamo di far riferimento alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità disponibili al seguente link  Aggiornamento indicazioni ISS su vaccino in grav. e allatt_2021.pdf

Alcune regioni stanno organizzando degli eventi dedicati proprio alle donne in gravidanza e allattamento per poter approfondire l’argomento e dare una corretta informazione per la scelta alla vaccinazione consapevole. Ad esempio segnaliamo gli eventi della regione Lazio, l’Open Day Vaccinale donne in gravidanza e allattamento presso l’Ospedale S.Eugenio di Roma e quello nel centro vaccinale dell’Ospedale Grassi di Ostia (Rm) . Tutti gli appuntamenti della regione Lazio per il 2 febbraio sono riassunti nel nostro articolo Open day donne in gravidanza nel Lazio il 2 febbraio: tutti i dettagli

Consulta anche la pagina della tua regione per verificare la presenza di eventuali iniziative analoghe

 

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Mascherine FFP2 per bambini: esistono?

A seguito delle ultime disposizioni varate dal Governo per fronteggiare la corsa del Covid, l’uso delle mascherine FFP2 per bambini è diventato obbligatorio in diverse situazioni.

Mascherine FFP2 obbligatorie per i bambini: quando?

La nuova normativa prevede che anche i bambini al di sopra dei sei anni siano obbligati all’uso della mascherina modello FFP2 su mezzi pubblici, durante visite a musei , nei cinema, negli stadi o in caso di positività di un compagno di classe per medie e superiori.

A seguito delle inchieste portate avanti da un noto TG satirico i genitori sono sempre più dubbiosi sull’effettiva esistenza di questi dispositivi certificati  per bambini.

Ma cerchiamo insieme di capirne qualcosa in più.

Quali sono le caratteristiche delle FFP2?

Facciamo una premessa fondamentale: la mascherina FFP2 è un DPI (Dispositivo di Protezione Individuale) che, prima di questa pandemia (cioè prima del Coronavirus), veniva principalmente venduto per proteggere alcune categorie di lavoratori, dunque adulti con specifiche capacità respiratorie, in condizioni lavorative in cui l’aria era compromessa da particelle o polveri di amianto, ferro, vernici o condizioni similari.

La normativa EN 149:2001 + A:2009  regola le caratteristiche di questi dispositivi per essere certificati come FFP2; tra queste caratteristiche ci sono le BFE (Batterica Filtraggio Efficienza) e PFE (Polveri Filtraggio Efficienza) che sono risultate caratteristiche utili per poter identificare la FFP2 come miglior dispositivo per contrastare il COVID-19 (oltre alla FFP3).

Alla luce di quanto sopra possiamo facilmente intuire che oggi la FFP2 viene usata in un contesto diverso da quello per cui era nata, ma quando questa pandemia ci ha sorpreso era, ed è ancora oggi, il dispositivo più idoneo per proteggerci.

A questo punto possiamo rispondere alla domanda che tutti i genitori si stanno ponendo in questo periodo.

Esistono le mascherine FFP2 certificate per bambini?

La risposta è NO perché nella normativa sopra citata (EN 149:2001 + A:2009) il bambino non è menzionato non essendo certamente un lavoratore.

In alcuni paesi, come per esempio la Cina, esistono delle mascherine nate proprio per i bambini dai 6 ai 14 anni con dimensioni ridotte e prive di sostanze potenzialmente nocive, ma in Europa questo standard non è riconosciuto.

Esistono però in commercio mascherine FFP2 certificate di taglia “small” adattabili ai visi più piccoli ma attenzione comunque non sono certificate per bambini. Ovviamente ogni genitore è liberissimo di acquistare per il proprio figlio il tipo di dispositivo che ritiene più idoneo e sicuro, l’importante è non farsi “ingannare” dalle scritte “FFP2 certificate per bambini”, “kids” o “pediatriche” in quanto non esistono.

Dove acquistare mascherine FFP2 per bambini?

Come già evidenziato, non esistono mascherine FFP2 “certificate per bambini“, ma ci sono in commercio numerose mascherina di taglia “small” che meglio si adattano ai visi più piccoli dei bambini. Possono essere acquistate nelle farmacie più fornite oppure online. Cercando su Mascherine FFP2 small size su Amazon, la scelta è ampia ma più limitata rispetto alle mascherine FFP2 per adulti (leggi il nostro articolo Mascherine FFP2 obbligatorie, costose ed introvabili), il costo inoltra risulta mediamente più alto rispetto alle mascherine per adulti.

Segnaliamo due prodotti che risultano disponibili nel momento in cui questo articolo viene scritto:

Come posso riconoscere le FFP2 certificate (a norma)?

Affinché una mascherina FFP2 possa essere certificata e conforme su di essa devono essere necessariamente presenti alcuni elementi:

  • il nome del produttore o del distributore;
  • il modello della maschera;
  • la dicitura EN149:2001+A1:2009;
  • la classe di filtrazione (es. FFP2);
  • l’indicazione di utilizzo (es. NR = non riutilizzabile oppure R = riutilizzabile)
  •  il marchio CE;
  • le quattro cifre identificative dell’Organismo Notificato, ossia l’ente che ha certificato la conformità della mascherina in questione, che deve risultare iscritto all’apposito database della Commissione europea inserendo le 4 cifre presenti dopo il marchio CE della vostra mascherina all’interno del campo “Keyword On Notified body number” e cliccando sul tasto “Search“. Verrà restituito come risultato della ricerca il nome dell’ente certificatore, sarà sufficiente cliccare sul nome dell’ente, e verificare che nella scheda “Legislation” compaia la dicitura “Personal protective equipment”. Cliccando sul link HTML o PDF in corrispondenza della dicitura individuata, bisogna verificare che riportata la voce “Equipment providing respiratory system protection“.

Qualora mancasse anche solo una di questi elementi la mascherina è da ritenersi non conforme alla norma europea.

 

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Green pass obbligatorio per parrucchieri e centri estetici

Dal 20 Gennaio green pass obbligatorio anche per parrucchieri, barbieri e centri estetici. Dal 1 Febbraio l’obbligo sarà esteso anche a tutti gli uffici pubblici, servizi postali, banche e negozi, Non sarà necessario per supermercati e farmacie.

Cambiano nuovamente le regole per l’utilizzo del green pass, dopo l’introduzione dell’obbligo di utilizzo del certificato verde dello scorso 10 Gennaio per accedere a gran parte dei luoghi pubblici, fra cui autobus, metropolitane, aerei, navi, treni, piscine, palestre, alberghi e fiere, arriva questa ulteriore stretta sui servizi alla persona, come barbieri, parrucchieri ed estetisti dove sarà possibile accedere solo se in possesso del green pass

Da quanto sono valide le nuove regole per l’utilizzo del green pass da parrucchieri, barbiere e centri estetici?

Secondo quanto definito nel decreto del governo per contrastare la crescente ondata di contagi legati alla variante Omicron, le nuove regole per accesso a parrucchieri, barbieri e centri estetici sono in vigore dal 20 Gennaio.

Quale green pass è necessario per parrucchieri, barbieri e centri estetici?

E’ sufficiente avere il green pass base, ossia quello che si ottiene anche attraverso un tampone rapido (validità 48 ore) o molecolare (validità 72 ore).

Chi è vaccinato o guarito dal covid cosa cambia?

Nulla. I vaccinati o guariti dal covid da meno di 9 mesi hanno diritto al green pass rafforzato, che non da limitazioni di accesso. La durata del green pass rafforzato, dal 1 Febbraio passa da 9 a 6 mesi, in modo retroattivo, quindi a partire dal 1 Febbraio i proprio green pass rafforzato sarà valido solo se c’è stato una somministrazione del vaccino o una guarigione dal covid nei 6 mesi precenti.

Cosa succede il 1 Febbraio

Dal primo Febbraio viene ridotta la durata del green pass rafforzato (da vaccino o guarigione) da 9 mesi a 6 mesi, quindi il green pass sarà valido per i 6 mesi successivi all’ultima dose di vaccino o dal data in cui è stata riscontrata la positività al covid.

Il 1 Febbraio è anche la data ultima per effettuare la prima dose per gli over50 non vaccinati, contestualmente all’imposizione dell’obbligo vaccinale (vedi il nostro articolo Obbligo vaccinale: multa a chi non si vaccina – Prenotazione vaccino ) dal 15 Febbraio sarà infatti obbligatorio di green pass rafforzato per tutti i lavoratori pubblici e privati. Considerato che il green pass si ottiene 15 giorni dopo la prima dose, il 1 Febbraio rappresenta una scadenza importante per tutti i lavoratori over 50 che intendono recarsi nel nuovo di lavoro a partire dal 15 Febbraio.

Quali attività sono escluse dall’obbligo di green pass?

Le attività che restano esclude dall’obbligo di green pass, dove sarà possibile quindi accedere senza green pass e senza tampone, sono quelle legate ai generi di prima necessità come supermercati, macellerie, panetterie, mercati all’aperto ed in genere ai negozi che vendono generi alimentari.

Anche per farmacie e parafarmacie, stazioni di servizio, edicole (all’aperto come i chioschi), pronto soccorso, così come chi deve recarsi in caserma per una denuncia o in tribunale per un processo

 

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