La variante Pirola, è arrivata anche nel nostro Paese. Il primo caso è stato rilevato dal test di un paziente fragile, a Brescia, dal team di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv). Al momento è in corso il sequenziamento del virus isolato che offrirà un quadro più chiaro sulle sue caratteristiche.
Vediamo intanto cosa sappiamo fino a questo momento.
Pirola, una nuova “discendente” di Omicron
BA.2.86 anche detta Pirola, è stata inserita tra le varianti sotto monitoraggio da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Sebbene si tratti di una nuova componente della grande “famiglia Omicron”, Pirola presenta ben 35 mutazioni sulla sua proteina Spike, ossia la parte del virus che i vaccini sono programmati per attaccare. Non è quindi ancora ben chiaro in che misura questa variante sia in grado di “bucare” la protezione offerta dai vaccini attualmente disponibili: questa importante informazione emergerà una volta terminato il sequenziamento, insieme ad altri dettagli che aiuteranno gli esperti a capire quanto Pirola sia effettivamente più preoccupante delle altre varianti in circolazione. In ogni caso, come affermato da Federfarma, “secondo l’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), il vaccino anti-Covid aggiornato Comirnaty, adattato alla sottovariante Omicron XBB.1.5 attualmente dominante, contribuirebbe a mantenere una protezione ottimale contro il Covid causato anche da altre varianti come la stessa Pirola“. Per informazioni sugli ultimi vaccini aggiornati (che saranno utilizzati per la campagna vaccinale in partenza ad Ottobre 2023) è possibile consultare la nostra pagina: Nuovi vaccini Covid aggiornati 2023
Quali sono i sintomi più comuni?
Essendo ancora relativamente pochi i casi isolati nel mondo, Pirola non ha potuto ancora essere studiata a fondo in tutte le sue caratteristiche. Tuttavia, derivando da Omicron, è probabile che i sintomi più comuni non siano molto diversi e comprendano:
- Febbre
- Naso che cola
- Mal di gola
- Tosse
- Mal di testa
- Stanchezza ed affaticamento
Nulla di nuovo, quindi, sul fronte dei sintomi, almeno dai primi studi.
Pirola è più aggressiva delle altre varianti conosciute?
Almeno per il momento, non esistono evidenze che possano far pensare ad una variante più aggressiva o più pericolosa di quelle già conosciute.
Inoltre, due studi condotti recentemente all’Università di Pechino e al Karolinska Institutet di Stoccolma hanno tranquillizzato in merito alla pericolosità di questa variante: secondo le due ricerche, Pirola sarebbe capace di aggirare l’immunità data dal vaccino o precedenti infezioni, tuttavia troverebbe più difficoltà in chi ha contratto l’infezione di recente, la cui risposta immunitaria non risulterebbe del tutto inefficace.
Altro importante aspetto emerso sin’ora, è che la variante, secondo tali gli studi, non abbia una grande capacità di diffondersi e sembrerebbe quindi meno contagiosa delle altre in circolazione.
Il parere degli esperti
Secondo quanto affermato all’Adnkronos da Massimo Ciccozzi (responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma) “L’isolamento a Brescia è importante, per questa variante che ha circa 33-34 mutazioni […] Una delle nostre preoccupazioni era che questa variante fosse in grado di ‘evitare’ i test antigenici. Ora, con l’isolmento a Brescia, avremo un vantaggio rispetto a questo fronte e anche su altre considerazioni”. Pirola è stata isolata “in un paziente immunocompromesso – aggiunge Ciccozzi – come era accaduto anche in altri Paesi. Quindi c’è l’ipotesi che questa variante possa portare a una infezione in questa tipologia di persone e poi rilanciarsi con altri cambiamenti”.
Così commenta invece Fabrizio Pregliasco (virologo dell’università Statale di Milano), sempre all’Adnkronos, il primo isolamento di Pirola in Italia: questa variante presenta “mutazioni che possono influire sulla contagiosità e quindi Pirola è assolutamente candidata a diventare prevalente. In questa fase il virus di Covid, per poter continuare la sua opera, deve in qualche modo aumentare la propria capacità diffusiva in un contesto di immunità ibrida” data da infezioni pregresse e vaccini. “E quindi queste tantissime variazioni sulla Spike facilitano senz’altro la possibilità di diffusione. Ad oggi si tratta di una variante sotto osservazione, sottoposta a monitoraggio – e prosegue – BA.2.86 è sostanzialmente, si ipotizza, una sottovariante di Omicron 2 (BA.2). E’ stata evidenziata da luglio ma già ad agosto era stata segnalata in diverse nazioni, 11 circa”.
Come risulta evidente, sono vari gli scenari ipotizzati in questo primo momento ed i pareri risultano contrastanti su alcuni aspetti.
Bisognerà quindi necessariamente attendere che il sequenziamento del virus sia completato per poter trasformare le varie ipotesi formulate in certezze.
Seguiremo ovviamente la questione per offrirvi tempestivi aggiornamenti.
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